Uno spettacolo teatrale di narrazione e musica ideato dall'attrice e autrice Livia Taruffi in scena insieme ai musicisti Rémy Boniface e Cecilia Lasagno.
Lo spettacolo è stato ideato partendo da una ricerca antropologica ed etnomusicologica condotta attraverso documenti, leggende, rituali e testimonianze dirette degli anziani sulla vita che si svolgeva nei villaggi di montagna alpini prima dell’arrivo della tecnologia e con un focus particolare sulla stretta relazione dell'uomo con la Natura circostante.
Sussurri è una narrazione ma anche un’esperienza diretta.
E’ un’ opera dai contenuti universali, ma anche una dichiarazione d’amore dell’autrice alla sua terra di adozione. Una messa in luce, attraverso il racconto, la musica e le azioni sceniche, di valori e dimensioni interiori dalle quali non è possibile prescindere al di là del progresso, dell'avanzamento tecnologico e del mondo che cambia. Il viaggio parte in maniera surreale dalla metropoli dove la protagonista dialoga solo con voci digitali come app di fitness, navigatori, smart tracker e assistenti di google. Esasperata dalla fretta, dal traffico e dalla burocrazia decide di lasciare la città per arrivare tra boschi e montagne.
La protagonista si trova così immersa in una dimensione completamente nuova e lo spettatore stesso viene trasportato all'interno di un “cerchio narrativo”, come in un rito, attraverso la narrazione di storie, leggende, rituali e sapori di un mondo appena passato di cui si può sentire ancora l’eco e di cui c’è l’urgenza di conservare i valori umanistici e comunitari.
Organetto diatonico, ghironda elettroacustica, strumentini antichi per il richiamo degli uccelli, arpa, violino e voce evocheranno le emozioni, i sussurri delle fronde degli alberi, del vento e della natura viva delle vallate e dei boschi attraverso tappeti sonori, brani strumentali originali e della tradizione, brani cantati a più voci o brani della cantautrice e arpista torinese Cecilia Lasagno.
Non mancheranno atmosfere contemporanee evocate da improvvisazioni sonore attraverso l’elettronica.
I musicisti si fanno così essi stessi attori e narratori di mondi ed emozioni trasformando, a tratti, lo spettacolo in un concerto.